martedì 28 ottobre 2014

La Procura di Macerata dà finalmente voce alle richieste d’intervento dei Cittadini per le centrali biogas illegittime‏

Care cittadine e cari cittadini,

apprendiamo con soddisfazione, per i cittadini di Matelica con i quali non possiamo che essere solidali, che anche per l’impianto biogas, presente nel loro territorio, è stato disposto ed eseguito il sequestro, come per quello di Corridonia e Loro Piceno avvenuto il 15 ottobre scorso.

Per quanto riguarda l’impianto di Corridonia, grazie all’intervento del Dott. Giovanni Giorgi della Procura di Macerata, finalmente si è ritenuto nel giro di mezza giornata addirittura di poterlo e doverlo spegnere!
L’operazione è stata eseguita con successo con l’ausilio del Corpo Forestale e dei Vigili del Fuoco nonostante l’osteggiamento della proprietà e del responsabile dell’Arpam. Quest’ultimo, sembra si sia opposto, poiché ancora vigeva, per l’impianto, il piano di spegnimento che l’azienda e la stessa Arpam avevano concordato, con il bene placido della Regione. La Procura è riuscita in meno di un giorno, dove l’Arpam, la Regione Marche e la Provincia di Macerata, avevano fallito in circa un anno, cioè da quando il Tar Marche aveva annullato l’autorizzazione (10/10/2013) imputando agli enti preposti il compito di eseguire la sentenza!
Il provvedimento di sequestro per l’impianto di Corridonia è scattato perché sforava di quasi nove volte i limiti di emissione di Carbonio Organico Totale (COT), così come per gli altri, (per Matelica ancora di più) e nessun ente, ha saputo garantire circa la non nocività per l’ambiente e la salute umana, neppure l’Istituto Superiore della Sanità.

Per la Procura ha prevalso il principio di precauzioneprima ancora degli aspetti economico-sociali, più volte rivendicati dalla proprietà delle centrali di Corridonia e Loro Piceno. Di fronte a pericoli potenziali, come l'inalazione o l'ingerimento di sostanze in concentrazioni fuori dalla norma, bene ha fatto quindi la Procura a prendere misure cautelative, dando voce finalmente alle richieste d'intervento dei cittadini, dei comitati ed amministrazioni che si levavano da oltre due anni, denunciando l’inadeguatezza a capo della Regione Marche (ente che come sappiamo ha autorizzato gli impianti).

Azioni decisive da una parte e gravi negligenze dall'altra, come afferma il Procuratore dott. Giorgio riguardo alla centrale di Sarrocciano: - <<c'è un Piano regionale di spegnimento di lungo corso e il responsabile del servizio Aria - dell'ARPAM - ha ritenuto di confermare il Piano difformemente da quanto disposto dal Gip. […] La situazione ha una sua complessità e l'autorità giudiziaria viene chiamata a supplire le inadeguatezze a livello amministrativo regionale>>.
Questo ci fa ben sperare che i controlli si estenderanno ad altri impianti a biogas e soprattutto a quello di Fonte Murata, già oggetto di numerose indagini. L’area di questa centrale infatti, che ricade nel Comune di Morrovalle, è attualmente oggetto di bonifica. L’esistenza del piano di caratterizzazione, concordato lo scorso giugno con l’Arpam, proprietà ed Amministrazione Comunale, tuttavia non è servito a fermare gli sversamenti visto che lo scorso luglio sono stati ancora denunciati altri episodi proprio quando invece si doveva dare corso al programma di bonifica!
I risultati dei controlli effettuati in quella occasione non sono stati resi noti, così come, nulla si sa ancora, circa le emissioni di COT. Pare che l’impianto sfugga come non mai ai sopralluoghi dell’Arpam, visto che è risultato più volte all’esito dei controlli, non funzionante! Eppure i cittadini che abitano nei paraggi continuano a sentire ripetutamente cattivi odori e a denunciare una cosiddetta “fertirrigazione”, eseguita con materiali provenienti dalla centrale che, spasi tramite un tubo arancione, su un circoscritto lembo di terra, formano uno stagno, che rimane visibile e maleodorante per giorni e giorni!

Di fronte al fallimento della politica energetica della Regione Marche, ancor più anacronistica alla luce di quanto emerso al Summit ONU svoltosi a New York lo scorso 23 settembre, dove 200 paesi si sono accordati per salvare il pianeta dalle emissioni con un taglio del 40% delle emissioni di Co2, causa principale dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici.
Ci chiediamo, come possano conciliarsi le posizioni di politici ed amministratori che hanno promosso, spalleggiato e difeso contro ogni ragione lo “scandalo biogas”, autorizzando impianti che con le loro emissioni in atmosfera, superano di gran lunga i parametri di legge!

Ai vertici dell’Arpam Marche, ad esempio, leggiamo che c'è stata la nomina dell'Ing. Mario Pompei a Direttore Generale. Lo stesso, funzionario che risulta ancora essere Dirigente del Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia della Regione Marche. In sostanza colui che dovrà rispondere circa la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione per la centrale di Corridonia è lo stesso che risponderà dei controlli che, in teoria, competeranno all’Arpam!
Nello specifico, desta perplessità, come possa conciliarsi questi due ruoli: autorizzativo delle centrali a biogas (Ufficio Infrastrutture Trasporti ed Energie), con quello di prevenzione e controllo in capo all’Arpam, ma che in effetti ora dipendono dallo stesso dirigente!

Non dimentichiamo comunque, che l
affaire biogas Marche”, vede anche un’indagine penale ancora in corso denominata "green profit”, che deve ancora chiarire la posizione di circa 20 indagati, tra cui quella del funzionario ing. Calvarese che ha autorizzato molte centrali, tra cui quelle sequestrate ad ogg.

Alla magistratura quindi va ancora una volta il nostro appoggio incondizionato, affinché si accertino le reali responsabilità di chi ha posto in essere ed architettato un processo speculativo a danno della collettività, in nome della “green economy”.

Il comitato



mercoledì 15 ottobre 2014

NESSUNA RASSICURAZIONE SULLE EMISSIONI DELLA CENTRALI A BIOGAS‏

Care cittadine e cari cittadini,

lo scorso 23 luglio, data in cui siamo venuti a conoscenza delle analisi dell'ARPAM per le emissioni dei COT, ossia della quantità di carbonio totale emesso nell’aria dalla centrale biogas di Sarrocciano di Corridonia, sono stati sforati di quasi nove volte i limiti di legge consentiti (1292 mgNm3, contro 150mg/Nm3). Rimarchiamo come, ancora una volta, non siano stati presi provvedimenti adeguati, né da parte della Provincia di Macerata, tanto meno da parte della Regione Marche.


Noi cittadini non abbiamo avuto nessun tipo di rassicurazione sulla pericolosità delle emissioni evidenziate, La risposta che L'Istituto Superiore della Sanità dà all’Asur evidenzia che … <<la presenza tra i contaminanti rilevati di metano [..] implica certamente un impatto ambientale>>… <<la definizione COT è invece troppo generica per consentire la valutazione dei rischi per la salute>> concludendo che <<..in queste condizioni risulta impossibile esprimere un parere sui rischi per la salute..>>.


Di certo questo non ci rasserena, quanto tempo ancora si lascerà passare prima che la centrale venga chiusa?


Il Consiglio di Stato si è ormai espresso nel merito! Nonostante la sentenza del 23 settembre scorso, abbia annullato in via definitiva, dopo più di due anni di contenzioso amministrativo, l’autorizzazione alla produzione di energia elettrica da biogas per la centrale di Sarrocciano, ricorso portato avanti dal Comune di Corridonia e dal nostro comitato di cittadini, si sta ancora tergiversando. Addirittura sul tavolo della Regione Marche pende una nuova richiesta di autorizzazione della VBO1, sulla base di un procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale favorevole, rilasciato dalla provincia di Macerata, il 7 luglio scorso, ad impianto realizzato, che per niente ha tenuto conto delle criticità riscontrate, contravvenendo alle direttive europee e dello Stato.


Tutto evidenzia, al momento come nessuno possa garantire la salubrità e la compatibilità ambientale dell’impianto in causa, e nutriamo anche delle perplessità per quello a poche centinaia di metri, in esercizio a Fontemurata, nel territorio di Morrovalle, di cui ancora nulla è dato sapere riguardo ai COT. L’Arpam ha effettuato le analisi al camino presso l’impianto, ma non ha ritenuto di dover comunicare i risultati ai cittadini ma alla magistratura competente.

Per Corridonia intanto la Provincia è ritornata sui suoi passi, riaprendo la procedura di V.I.A.


Ci preme informare i cittadini che chiunque abbia interesse, entro 30 giorni, dal 2 ottobre scorso, può inviare le proprie osservazioni, all’ufficio Ambiente della Provincia.

Il comitato